"Mark Jenkins è un artista americano noto per le sue installazioni urbane e per le sue tape sculptures.
Jenkins utilizza la strada come un palcoscenico dove i passanti, e a volte le autorità, giocano un ruolo attivo di spettatori/attori. Con il progetto Storker Project del 2005, in collaborazione con Sandra Fernandez, Jenkins semina bambini di scotch in angoli abbandonati delle città. Con la serie Embed del 2006, invece, i soggetti diventano perfettamente abbigliati e iperrealisti, interpreti delle circostanze più insolite e surreali.
L’intento di Jenkins è quello di provocare una reazione estranea ai modi convenzionali e all'uniformità dei comportamenti. Coinvolgere e destabilizzare. Inserite nello spazio di vita quotidiano, in situazioni e posizioni inusuali, le sue opere creano un paesaggio surreale ed enigmatico, tanto verosimile quanto ambiguo. Ironico e provocatorio, il suo lavoro parla di emarginazione urbana, beffandosi e criticando la nostra abitudine all’indifferenza. Ci costringe a interagire con il mondo che ci circonda, ad alzare lo sguardo e chiederci cosa è reale e cosa non lo è." da collater.al
Jenkins utilizza la strada come un palcoscenico dove i passanti, e a volte le autorità, giocano un ruolo attivo di spettatori/attori. Con il progetto Storker Project del 2005, in collaborazione con Sandra Fernandez, Jenkins semina bambini di scotch in angoli abbandonati delle città. Con la serie Embed del 2006, invece, i soggetti diventano perfettamente abbigliati e iperrealisti, interpreti delle circostanze più insolite e surreali.
L’intento di Jenkins è quello di provocare una reazione estranea ai modi convenzionali e all'uniformità dei comportamenti. Coinvolgere e destabilizzare. Inserite nello spazio di vita quotidiano, in situazioni e posizioni inusuali, le sue opere creano un paesaggio surreale ed enigmatico, tanto verosimile quanto ambiguo. Ironico e provocatorio, il suo lavoro parla di emarginazione urbana, beffandosi e criticando la nostra abitudine all’indifferenza. Ci costringe a interagire con il mondo che ci circonda, ad alzare lo sguardo e chiederci cosa è reale e cosa non lo è." da collater.al
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Dopo che un suo amico ciclista si era ferito cadendo per colpa di una buca, Wanksy, un’artista di Manchester (UK) ha deciso di fare qualcosa per risolvere il problema. Wanksy utilizza vernice lavabile per disegnare peni intorno alle buche nel suo quartiere, e ‘come per magia’ 48 ore dopo vengono riparate. "La gente guidando passa sopra le stesse buche più e più volte senza accorgersene" ha detto Wanksy in un’intervista. "Improvvisamente disegni qualcosa di insolito intorno a queste, tutti lo notano e il fatto viene subito segnalato e spesso la buca viene riparata." Il portavoce del consiglio della città di Bury non è daccordo: "Disegnare oscenità intorno alle buche non le farà riparare più velocemente in alcun modo anzi è uno spreco di tempo e risorse".
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Natalia Rak, classe 1986, nata in Polonia. Si è laureata in Fine Art a Lodz con specializzazione in Spatial and Poster Design conseguita presso l’atelier dell’artista Sławomir Iwański. Artista emergente del penorama europeo, ha esposto prevalentemente in Polonia, in mostre personali e collettive. Istinto e colori brillanti, fanno di questa artista una rappresentante della corrente di arte urbana più tradizionale, armata di bombolette e specialista delle sfumature e delle impressionanti rese coloristiche. Interprete di un’umanità imbronciata e sovrappensiero, Natalia Rak è diventata famosa per la sua bambina dalle treccine rosse che innaffia in punta di piedi un albero, strappandolo alla tridimensionalità del mondo reale e trascinandolo all’interno di un mondo fantastico di graziosi giganti a colori. Un percorso artistico segnato da forti potenzialità, da seguire con interesse nel suo sviluppo internazionale..
Natalia Rak - Ophelia from Boråspunktcom on Vimeo.
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Ella & Pitr sono due artisti di strada che formano la coppia dei Papiers Peintres..
Creano giganti addormentati, grandi uccelli, cumuli di pietre, sedie o tronchi carbonizzati. A volte invitano i passanti a farsi fotografare di fronte a grandi manifesti che includono cornici;
http://papierspeintres.net/
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Paul Ito, uno street artist brasiliano, ha ben sintetizzato questo sentimento con un murales realizzato sui muri di una scuola di Pompeia, cittadina di 20.000 abitanti situata nello Stato di San Paolo. Il disegno, raffigurante un bambino denutrito in lacrime a cui viene servito da mangiare un pallone.
http://www.fanpage.it/chi-e-l-artista-del-murale-anti-mondiali-intervista-a-paulo-ito/