"La mostra "Street Art" è il simbolo di una concezione della città che va combattuta, basata sull'accumulazione privata e sulla trasformazione della vita e della creatività di tutti a vantaggio di pochi. Di fronte alla tracotanza da landlord, o da governatore coloniale, di chi si sente libero di prendere perfino i disegni dai muri, non resta che fare sparire i disegni. Agire per sottrazione, rendere impossibile l'accaparramento. Non stupisce che ci sia l'ex-presidente della più potente Fondazione bancaria cittadina dietro l'ennesima privatizzazione di un pezzo di città. Questa mostra sdogana e imbelletta l'accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade. Non stupisce che sia l'amico del centrodestra e del centrosinistra a pretendere di ricomporre le contraddizioni di una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall'altra si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell'arte".



Polli, maiali, mucche e agnelli stipati in un vecchio camion da macello, verde militare. Squittiscono e stridono mentre passano di fronte alla gente divertita per le strade del Meatpacking, ex quartiere mattatoio di New York City, riconvertito in una delle zone più trendy della Grande Mela. Solo che gli animali di "Sirens of lamb";

Prende un dettaglio, un tombino, una crepa, una riga lungo un muro e ne fa una piccola opera d'arte. E' la street art dell'artista francese OakOak. Scova nei dettagli urbani elementi che possono sembrare insignificanti e li valorizza a modo suo. St. Etienne e altre città in Francia sono piene delle sue trovate. Ecco alcune delle sue opere che continuano ad essere condivise in rete.


In what has become known as “The Homeland Incident,” The Arabian Street Artists engineered a graffiti hack on the show Homeland by placing subversive messages written in Arabic on set. Homeland is not a Series is a message from the artists themselves.

Mona Caron originaria di Centovalli, valle e cittadina del Canton Ticino (Svizzera), è un nome molto conosciuto fra le strade di San Francisco: suoi infatti sono i maggiori murales dipinti in varie parti della metropoli che raccontano storie di vita cittadina, ma soprattutto ritraggono la natura, la sua vera passione e fonte di ispirazione.

"Mark Jenkins è un artista americano noto per le sue installazioni urbane e per le sue tape sculptures.

Jenkins utilizza la strada come un palcoscenico dove i passanti, e a volte le autorità, giocano un ruolo attivo di spettatori/attori. Con il progetto Storker Project del 2005, in collaborazione con Sandra Fernandez, Jenkins semina bambini di scotch in angoli abbandonati delle città. Con la serie Embed del 2006, invece, i soggetti diventano perfettamente abbigliati e iperrealisti, interpreti delle circostanze più insolite e surreali.

L’intento di Jenkins è quello di provocare una reazione estranea ai modi convenzionali e all'’uniformità dei comportamenti. Coinvolgere e destabilizzare. Inserite nello spazio di vita quotidiano, in situazioni e posizioni inusuali, le sue opere creano un paesaggio surreale ed enigmatico, tanto verosimile quanto ambiguo. Ironico e provocatorio, il suo lavoro parla di emarginazione urbana, beffandosi e criticando la nostra abitudine all’indifferenza. Ci costringe a interagire con il mondo che ci circonda, ad alzare lo sguardo e chiederci cosa è reale e cosa non lo è." da collater.al

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Hyuro è una street artist di origini argentine che, ad un certo punto della sua vita, incontra Escif, altro street artist di casa a Valencia. Da quel momento inizia la sua attività artistica, si trasferisce nella cittadina spagnola e trova uno stile che è del tutto originale. I soggetti dei suoi murali sono per lo più donne in movimento che sembrano esprimere la profonda personalità dell’artista, le sue inquietudini e il suo essere donna. L’uso del bianco e nero enfatizza questa sensazione di introspezione che invita a riflettere.


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Dopo che un suo amico ciclista si era ferito cadendo per colpa di una buca, Wanksy, un’artista di Manchester (UK) ha deciso di fare qualcosa per risolvere il problema. Wanksy utilizza vernice lavabile per disegnare peni intorno alle buche nel suo quartiere, e ‘come per magia’ 48 ore dopo vengono riparate. "La gente guidando passa sopra le stesse buche più e più volte senza accorgersene" ha detto Wanksy in un’intervista. "Improvvisamente disegni qualcosa di insolito intorno a queste, tutti lo notano e il fatto viene subito segnalato e spesso la buca viene riparata." Il portavoce del consiglio della città di Bury non è daccordo: "Disegnare oscenità intorno alle buche non le farà riparare più velocemente in alcun modo anzi è uno spreco di tempo e risorse".

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Artista milanese, concettuale e impegnato, lavora in maniera dissacrante su tanti temi sociali, dello spazio urbano e delle sue problematiche; La strada è il suo palcoscenico, esponente di quella che viene genericamente denominata street art, un attivista urbano in grado di reinterpretare con ironia la realtà restituendo agli spazi e ai tempi normalmente morti e di passaggio che percorriamo tra una via e l’altra delle città un significato del tutto nuovo.

"Non realizzo muri o disegni ma un certo tipo di intervento che fino a dieci anni fa era denominato installazione urbana. La mia è arte prevalentemente spontanea, totalmente indipendente che non ha mai lavorato attraverso brand e commissioni. Oggi molta street art è solo moda da supermercato e la trovi in qualsiasi tipo di pubblicità, legata ai grandi marchi e molte volte realizzata dagli stessi artisti che fino a qualche tempo prima avevano come oggetto di critica la stessa multinazionale. Sono un po’ polemico perché è un fenomeno che rischia di collassare, come tutte le cose che si sviluppano troppo velocemente senza il tempo di crescere bene."

"Una serie di circostanze e avvenimenti mi hanno conferito l’appellativo di artista. Rifiutare questa definizione è una forma di provocazione perché l’artista è sempre stato visto come una persona dotata di un dono eccezionale. Era anche uno stimolo per invitare le persone normali a sconfiggere quest’idea. Non invito le persone a fare le cose che faccio io ma a capire che non c’è nessun tipo di freno. La creatività è data a tutti, è gratuita e sono fermamente convinto che vada allenata. Non è che uno ce ne ha di più e uno di meno, va semplicemente allenata."

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Etam Cru, sigla che riunisce due personalità artistiche: Bezt e Sainer, due giovani polacchi tra i maggiori esponenti mondiali di street art che si ritrovarono insieme a studiare pittura, serigrafia, illustrazione e design grafico all’Accademia d’Arte di Lodz, in Polonia. Ciascuno con caratteristiche forti e ben definite, ma in costante dialogo tra loro, dopo aver squarciato il grigiore urbano di molte città europee, sono arrivati con i loro rulli anche in Italia a regalare uno dei loro capolavori surreali.

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Si chiama Francesco Camillo Giorgino, ma tutti lo conoscono come Millo. Classe 1979, è partito dalla città natale di Mesagne e negli anni si è fatto conoscere nella scena della street art. Le opere si distinguono per un uso sapiente del bianco e nero attraverso intricate linee che incorporano elementi di architettura per creare delle storie che non lasciano indifferenti passanti ed estimatori.

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Natalia Rak, classe 1986, nata in Polonia. Si è laureata in Fine Art a Lodz con specializzazione in Spatial and Poster Design conseguita presso l’atelier dell’artista Sławomir Iwański. Artista emergente del penorama europeo, ha esposto prevalentemente in Polonia, in mostre personali e collettive. Istinto e colori brillanti, fanno di questa artista una rappresentante della corrente di arte urbana più tradizionale, armata di bombolette e specialista delle sfumature e delle impressionanti rese coloristiche. Interprete di un’umanità imbronciata e sovrappensiero, Natalia Rak è diventata famosa per la sua bambina dalle treccine rosse che innaffia in punta di piedi un albero, strappandolo alla tridimensionalità del mondo reale e trascinandolo all’interno di un mondo fantastico di graziosi giganti a colori. Un percorso artistico segnato da forti potenzialità, da seguire con interesse nel suo sviluppo internazionale..

Natalia Rak - Ophelia from Boråspunktcom on Vimeo.





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Ella & Pitr sono due artisti di strada che formano la coppia dei Papiers Peintres..

Creano giganti addormentati, grandi uccelli, cumuli di pietre, sedie o tronchi carbonizzati. A volte invitano i passanti a farsi fotografare di fronte a grandi manifesti che includono cornici;



http://papierspeintres.net/

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Come un turista clandestino Banksy è riuscito ad entrare nella Striscia di Gaza e documenta l’orribile universo che circonda i bambini palestinesi in un video di 2 minuti. “Spesso Gaza viene descritto come la più grande prigione all’area aperta, perché non è permesso a nessuno entrare o uscirne” commenta l’artista sul suo sito web, precisando che a Gaza è peggio. Nelle prigioni non viene tolta l’elettricità o l’acqua portatile all’improvviso quasi quotidianamente.



Il Fumetto di Banksy Anti-Ads






Paul Ito, uno street artist brasiliano, ha ben sintetizzato questo sentimento con un murales realizzato sui muri di una scuola di Pompeia, cittadina di 20.000 abitanti situata nello Stato di San Paolo. Il disegno, raffigurante un bambino denutrito in lacrime a cui viene servito da mangiare un pallone.

http://www.fanpage.it/chi-e-l-artista-del-murale-anti-mondiali-intervista-a-paulo-ito/
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